La mediazione familiare internazionale
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La mediazione familiare è un percorso strutturato nel corso del quale un mediatore imparziale permette ai componenti di una famiglia in crisi, normalmente i genitori, di parlare in maniera costruttiva del proprio conflitto e delle modalità future dell’affidamento dei propri figli. Lo scopo è quello di facilitare la comunicazione e il dialogo al fine di trovare soluzioni che siano soddisfacenti per tutti i membri della famiglia, coinvolti nel conflitto.
La mediazione familiare internazionale mira a risolvere le controversie familiari che interessano almeno due paesi. Ad esempio, quando due genitori si separano e uno dei due si trasferisce all’estero.
Le mediazioni familiari internazionali mettono i bisogni dei bambini al centro dell’ intervento allo scopo di trovare soluzioni che assicurino il loro sviluppo e benessere, nel rispetto dei loro diritti quali enunciati dalla Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti del fanciullo.
La partecipazione ed il coinvolgimento in una mediazione familiare è su base volontaria. In un primo momento, il mediatore ha colloqui individuali con i genitori allo scopo di stabilire se l’intervento sia adatto e se entrambi siano pronti ad impegnarsi.
Durante la mediazione, i partecipanti cercano, esplorano e formulano insieme delle proposte allo scopo di raggiungere un accordo. Essendo loro i soli protagonisti delle decisioni, hanno il potere di controllare il risultato della mediazione. Possono, in ogni momento, sospendere o porre fine alla mediazione nel caso in cui quest’ultima si dovesse svolgere in maniera a loro non conveniente.
Ogni partecipante ha la possibilità di chiedere l’opinione di un esperto legale, indipendente, sulle proposte d’accordo prima di finalizzarle sotto forma di accordo di mediazione. A seconda del paese, l’accordo di mediazione può anche chiamato protocollo di mediazione, contratto d’intesa, memorandum d’intesa, progetto d’accordo oppure un progetto d’intesa.
I partecipanti hanno poi la possibilità di conferire valore giuridico al loro accordo di mediazione, facendolo riconoscere dall’autorità giudiziaria competente.
Cio’ che viene riferito in mediazione rimane strettamente confidenziale, ad eccezione dei casi che presentano seri rischi per i bambini o per uno dei partecipanti alla mediazione. Tali eccezioni variano da stato a stato.
La mediazione prende in considerazione gli interessi di tutti i membri della famiglia e non risolve i problemi a favore di uno o dell’altro genitore.
La mediazione familiare internazionale offre ad ogni partecipante un ambiente sicuro dove poter verbalizzare le proprie paure, esprimere i propri sentimenti ed evidenziare i propri bisogni materiali ed organizzativi. Ognuno ha il proprio spazio senza essere interrotto. Allo scopo di raggiungere un accordo, il mediatore aiuta i partecipanti a dare voce alle loro preoccupazioni ed a formulare nella maniera più costruttiva possibile ciò che conta per loro.
A volte, le controversie familiari si sviluppano in un contesto caratterizzato dalle diverse pratiche culturali e religiose delle persone coinvolte, oppure quando le prassi consuetudinarie di un paese sono in contraddizione con le leggi del paese in cui si è trasferito un genitore. In tutti questi casi, la mediazione familiare internazionale può aiutare le persone in conflitto a superare queste differenze al fine di raggiungere ad un accordo.
I mediatori possono essere uomini o donne; possono fare parte di un’organizzazione di mediatori oppure offrire i loro servizi in maniera autonoma. I mediatori sono dei professionisti aderiscono ad un Codice Etico ed ad un Codice di Condotta che devono rispettare in qualsiasi situazione. Essi hanno seguito un corso di formazione specializzato che ricopre tutte le aree di interesse nella mediazione: diritto, tecniche di comunicazione e di negoziazione, aspetti psicologici della rottura familiare. In molti paesi, per poter esercitare la professione, i mediatori devono essere iscritti ad un apposito albo gestito dall’ autorità competente.
Nei paesi dove non esistono corsi di formazione, i mediatori sono riconosciuti localmente come tali per le loro qualità di mediatori, competenza umana ed esperienza nel risolvere i conflitti. Devono essere al di sopra delle parti. Nei casi di conflitti transfrontalieri, tali mediatori devono collaborare con i mediatori specializzati e con le autorità amministrative e giudiziarie.
I costi sono variabili e la mediazione può addirittura essere gratuita, come, ad esempio, quando viene ordinata da un’autorità o un’istituzione oppure quando è condotta da un servizio sovvenzionato dallo stato o ancora quando è offerta da associazioni o comunità. In certi casi, il gratuito patrocinio può essere usato per coprire i costi di una mediazione.
I mediatori indipendenti stabiliscono i loro onorari. In generale, quest’ultimi sono pagati dai genitori in parti uguali o in proporzione alle loro entrate. Le modalità di pagamento vengono discusse all’inizio della mediazione.
I principi cardini della mediazione sono la partecipazione volontaria, la buona fede e l’impegno di ciascuno. Se una delle persone coinvolte nel conflitto si rifiuta di partecipare, la mediazione non è possibile.
Inoltre, la mediazione non à la soluzione più adatta quando uno dei due partecipanti esercita pressione sull’altro, oppure quando una delle parti è intimorita dall’altra o limitata nella sua capacità d’espressione, nonostante la presenza di un terzo neutrale.