La mediazione familiare internazionale e la legge
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Ogni genitore ha il diritto di cambiare luogo di residenza e di ricominciare la propria vita in un altro paese. Tuttavia, una tale decisione non può essere presa se viola il diritto dell’altro genitore e quello dei bambini ad intrattenere regolari rapporti con entrambi i genitori.
E’ importante sapere che nei conflitti familiari transfrontalieri le questioni giuridiche giocano un ruolo molto importante. Tali questioni possono essere estremamente complesse a causa dell’interazione di due o più sistemi giuridici differenti e del numero delle convenzioni internazionali, regionali o bilaterali applicabili.
Tra quest’ultime, parecchie riguardano espressamente i bambini con l’obiettivo di proteggere il loro diritto a “intrattenere rapporti personali e contatti diretti regolari con entrambi i suoi genitori”, come previsto dalla Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti del fanciullo del 1989. In particolare:
- la Convenzione dell’Aia del 1980 sugli aspetti civili della sottrazione internazionale dei minori;
- la Convenzione europea del 1980 sul riconoscimento e l’esecuzione delle decisioni in materia di affidamento dei minori e sulla ristabilimento dell’affidamento dei minori;
- la Convenzione interamericana del 1989 sul ritorno internazionale dei minori;
- la Convenzione dell’Aia del 1996 in materia di responsabilità genitoriale e protezione dei minori;
- la Convenzione del Consiglio d’Europa del 2003 sulle relazioni personali riguardanti i minori;
- il Regolamento dell’Unione europea del 2003, c.d. “Bruxelles II bis”.
Così, la decisione di trasferirsi con un figlio in un altro paese dovrebbe essere presa solo se in conformità alle leggi nazionali ed internazionali applicabili. In caso contrario, un trasferimento all’estero coinvolgente un figlio è considerato come un trasferimento illecito (vedere Articolo 3 della Convenzione dell’Aia del 1980).
Data la complessità giuridica di queste situazioni, nelle mediazioni familiari internazionali si ricorre ad una consulenza legale specializzata. Ad ogni modo, sia un tentativo di mediazione che una mediazione riuscita non limitano il vostro diritto di adire o proseguire le vie giudiziarie.
Se la mediazione ha successo, gli avvocati e gli altri esperti dei conflitti familiari internazionali conoscono le leggi nazionali ed internazionali che si applicano ad ogni specifico caso: conoscono i regolamenti, le prescrizioni ed i tempi imposti dalle varie leggi in vigore.
Una consulenza legale specializzata permette ugualmente alla parti di vegliare a che la mediazione si svolga nel rispetto dei diritti di tutte le persone coinvolte ed, in modo particolare, nel rispetto dei diritti dei bambini.
Sia prima che durante la mediazione, i consulenti legali possono dare diverse informazioni, tra cui:
- i diritti e doveri davanti alla legge, soprattutto in materia di responsabilità genitoriale, al fine di essere in grado di prendere decisioni informate durante la mediazione;
- gli aspetti legali di un divorzio o di una separazione che non possono essere decisi in mediazione senza una veste giuridicamente vincolante;
- la conformità dell’accordo di mediazione con le esigenze legali di tutti gli stati coinvolti;
- come rendere l’accordo concluso in mediazione vincolante ed esecutivo in tutti i sistemi giuridici coinvolti;
- se la legge, in caso di separazione, richiede certe decisioni o azioni prima di cominciare la mediazione;
- le misure giuridiche da prendere per proteggere il vostro bambino nel caso in cui il loro benessere sia in pericolo.
Le decisioni prese in mediazione sono generalmente messe per iscritto. A seconda degli stati, questo documento è detto accordo di mediazione, resoconto della mediazione, protocollo d’intesa o memorandum d’intesa.
Il ruolo degli avvocati specializzati e degli altri esperti giuridici è quello di assicurarsi che le formalità ed i contenuti di questi documenti siano conformi alle leggi in vigore ed aiutano anche a redigere l’accordo di modo che possa essere reso vincolante ed esecutivo in tutti gli stati coinvolti. E’ nel vostro interesse assicurarsi che gli stati coinvolti nel conflitto siano tenuti a riconoscere l’accordo e che quest’ultimo possa essere applicato dalle autorità giudiziarie di tali stati.
Un accordo di mediazione non è vincolante d’ufficio: una serie di misure devono essere prese per dargli valore legale. Questo permette alle parti di rivolgersi alla giustizia se l’accordo non viene rispettato.
Affinché l’accordo di mediazione abbia valore legale, è necessario procedere all’omologazione del documento stesso presso il tribunale. E’ anche possibile inserire il contenuto dell’accordo in una sentenza del giudice, ed in un secondo momento richiederne il riconoscimento o l’omologazione dell’accordo in tutti gli stati coinvolti. Un avvocato specializzato può dare informazioni sulla maniera di come procedere.
Qui troverete le informazioni da chiedere al vostro avvocato e tutto quello che può essere incluso nell’accordo di mediazione.